Libre circulation

“…immagini riferite a temi politici e sociali di stretta attualità – la prigione, la tortura, l’emigrazione e il respingimento del migrante – insieme ad altre riferite a un tema infine non meno politico, anche se abitualmente considerato più attinente alla sfera del privato, quello della violenza sulla donna, ingabbiata, negata, violentata, uccisa… di questa “Libre circulation” del male, l’uomo e la donna si alternano come pedine sulla scacchiera di un gioco crudele, eppure non indifferente alla categoria del bello nell’elegante partitura di luci e ombre, nelle ricercata composizione a dittico, nelle posture stesse dei modelli, teatrali e scenografiche, nel loro riferirsi comunque più che alla vita ad una sorta di rappresentazione, non senza citazioni rivisitate ma ancora riconoscibili dell’iconografia artistica.
Se questo già avveniva nelle sculture e nei disegni della fine degli ani ’90 dove il grafismo delle sagome bidimensionali e delle loro ombre andava costruendo un semplificato teatro dell’io e del suo doppio, il successivo passaggio alla tecnologia 3D esplicitava quest’esigenza di rappresentare in un altrove mentale, quasi un singolare e raffinato videogame, la tragedia della vita e della morte… 
La Mattanza (2009), in cui l’artista ulteriormente esalta la dimensione teatrale introducendo testi poetici e letterari. Analogamente le fotografie di Libre circulation, ben lontane dalla fotografia-documento sembrano essere il frutto di un onirico reportage, foto di scena, frammenti di una ben più vasta rappresentazione del mondo che l’artista vuole condividere con noi.

Sandra Solimano

Testo Miriam Cristaldi per Repubblica – Il Lavoro ed. genovese, pubblicato parzialmente il 29 maggio 2011.

Con opere fotografiche digitali (trattate) Riccarda Montenero presenta al Museo d’arte contemporanea di villa Croce, via Ruffini 3, Genova la mostra “Libre circulation”, brani di narrazione drammatica composta orizzontalmente da frammenti scenografici ruotanti attorno all’arte verticale della denuncia. Denuncia di libertà negate, di perversioni macabre (in particolare quelle rivolte all’emisfero femminile) dove sottendono torture, violenze e morti mentre tragici simbolismi evocano visioni convulsive di sofferenza, di dolore, di prigionia. Allo stesso tempo le forme scivolano sotto i colpi degli effetti luministico-pittorici (sui registri radicali del bianco-nero) trasformando la realtà fenomenica in realtà fantasmatica non priva, quale chiave di lettura dell’intero lavoro di aspetti inquietanti che si riallacciano al concetto di presenza-assenza. Griglie, cancellate, sbarre, bende, lacci, fogli trasparenti di PVC bloccano o fasciano i corpi evitando accessi o stuprando volti per depistare verso iconografie irriconoscibili. Scrive Raffaele Perrotta in catalogo (sarà presentato il 24 maggio alle ore 17:30) : “…volto svoltato…, volto bendato,… sulla bocca urlante straziante…sugli occhi… inferriata che vieta l’uscita folle…impossibilitato a vivere, a resistere…era stato un uomo con le sue culture… era un Soggetto…”).

Mostra “Libre circulation” a cura di Sandra Solimano, Catalogo con scritti di Sandra Solimano, Andrea Ranieri, Isabelle de Maison Rouge, Sandro Ricaldone

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